Cicli teorici e cicli termodinamici

Autore: Mario Miserandino

 

In senso generale, un ciclo è costituito da una successione di operazioni compiute o subite da un corpo (o da un sistema), aventi un determinato scopo o effetto, e tali che alla fine della successione il corpo (o il sistema) si ritrovi esattamente nelle condizioni iniziali, capace pertanto di ripetere il ciclo medesimo. I più grandi studiosi del passato, purtroppo però, non hanno mai esaminato la roulette se non dal punto di vista della matematica "pura", non avendo compreso (a mio modesto parere) che i cicli della macchina, in quanto tale, devono essere considerati in forma differente da come vengono studiati normalmente nel loro aspetto teorico.

 

Occorre quindi fare una netta distinzione fra i due tipi di ciclo: quello teorico, per fare un esempio, è quello che possiamo considerare nell'ambito di formazione delle figure da due.

Spazio campionario S

R  N  R  N

R  R  N  N

f = n / N

Nello studio della probabilità, l'insieme S di tutti i possibili esiti di un dato esperimento, viene chiamato spazio campionario. Nella rappresentazione qui sopra vediamo, infatti, che in tale spazio sono contenute tutte le possibili figure da due, concernenti la formazione dei numeri Rossi e Neri.

 

Questo è quello che in termini di roulette, viene normalmente definito come ciclo teorico della figura da due.

 

Tale ciclo comporta che, mediamente, in otto colpi dovranno sortire le 4 figure rappresentate all'interno dello spazio campionario le quali, a prescindere dall'ordine nel quale usciranno, saranno comunque composte da 4 numeri Rossi e da 4 Neri.

Inoltre, la forma con la quale tali figure appariranno nell'ambito di questo spazio, sarà rappresentata dall'equilibrio delle serie e delle intermittenze, all'interno delle figure stesse.

 

Infatti, la prima e la quarta figura rappresentate all'interno dello spazio campionario e, cioè, RR ed NN sono figure contenenti una serie ognuna; mentre la seconda e la terza, NR ed RN, sono figure contenenti un'intermittenza ciascuna. Il totale dello spazio campionario conterrà, dunque, 2 serie e 2 intermittenze.

 

In sostanza, la matematica pura ci dice che partendo da una probabilità "a priori" p = 1/2 (come nel caso del Rosso e Nero, escludendo lo zero), la formula della frequenza relativa f = n / N tenderà, con l'aumentare dei colpi (con l'aumentare di N ), ad avvicinarsi sempre di più alla probabilità "a priori" dell'evento di 0,5 e, cioè appunto, al ciclo teorico.

 

Ma i giocatori ben sanno a loro spese, che tale ciclo non corrisponde quasi mai alla realtà dei fatti.

 

Questo perché esiste un altro tipo di ciclo che viene denominato come "pratico", ma che volendo essere impeccabili dal punto di vista scientifico, essendo esso compiuto da una macchina, dovremmo chiamare: ciclo termodinamico.

Sempre a rigore scientifico, il ciclo del fluido, è il solo che andrebbe considerato da un punto di vista termodinamico; in pratica, tuttavia, il ciclo del fluido e quello della macchina, vengono spesso intesi come equivalenti. Il ciclo (e quindi la macchina) viene allora detto chiuso o aperto (mentre in senso strettamente termodinamico non si dovrebbe parlare di "ciclo aperto").

 

La roulette è, appunto, un sistema a ciclo chiuso, perché al suo interno non possono che aversi scambi energetici (calore, lavoro) e sono impossibili gli scambi di materia.

 

Ma, allora, se una macchina a ciclo chiuso è termodinamicamente studiabile solo attraverso il ciclo del fluido, ci domandiamo: esiste qualche tipo di fluido nella roulette?. La risposta è affermativa; il fluido esiste e costituisce la linfa vitale del suo cuore, ovverosia, il suo rotore.

 

Questa linfa all'interno del rotore è il fluido lubrificante, e quello che nessun giocatore sa è che sono quegli stati termodinamici da esso attraversati, teoricamente misurabili attraverso il grado di viscosità e il coefficiente di attrito mediato, a provocare le momentanee tendenze della macchina a far sortire determinati numeri (o chances), piuttosto che altri.

 

Il vero segreto della roulette è quindi negli attriti a livello di rotore!!

Il moto della pallina nel cilindro e i diversi imprevedibili rimbalzi ai quali la pallina stessa sarà soggetta prima di fermarsi nella casella di arrivo, non offrono nessuna possibilità di studio dal punto di vista termodinamico (d'altra parte, la pallina è un'entità esterna alla macchina, non facendone parte). Perciò dovremo considerare come variabili aleatorie tutte queste traiettorie, ed includerle nella formula della probabilità statistica che ho ampiamente descritto nel mio trattato "La scienza segreta della roulette".

 

Per ovvi motivi, le sale da gioco non permettono di applicare al rotore, alcun strumento di misurazione; quindi il giocatore dovrà "arrangiarsi" utilizzando il metodo statistico.

 

I lettori, a questo punto, si staranno domandando come sia possibile che l'olio lubrificante degli ingranaggi della roulette, possa influire in qualche modo nello svolgimento della probabilità; e che tipo di statistica si può effettuare in tal senso?.

Ebbene, se fosse possibile individuare determinati periodi di tempo durante i quali una o più roulette si trovassero in condizioni termodinamiche molto similari scopriremmo, statisticamente, che in tali intervalli (pari ad un determinato e limitato numero di colpi), lo svolgimento della probabilità assumerebbe caratteri costanti, quindi facilmente studiabili dal punto di vista applicativo.

 

In parole più concrete, se giocheremo solo quando varie roulette si troveranno praticamente nelle stesse condizioni termodinamiche del fluido lubrificante (durante forme di attrito molto similari), scopriremo che tali roulette tenderanno a ripetere l'evento dominante momentaneo.

 

Per coloro che fossero scettici sull'argomento, ricordo che i Casinò obbligano i vari impiegati di turno a non far mai fermare le ruote ma, appena esse rallentino troppo, a dare un nuovo impulso attraverso l'uso dei bracci metallici, anche senza alcuna puntata sul tappeto; le roulette, una volta in movimento, non si dovranno mai fermare fino all'ora di chiusura della sala. Ciò è dovuto al fatto che, con il rallentamento delle ruote, cambia la viscosità del fluido lubrificante degli ingranaggi (cuscinetti a sfera), con la relativa discesa di temperatura a causa dei minori attriti. Il risultato sarebbe che le ruote diventerebbero più "dure" da far girare, per la scarsa lubrificazione dei cuscinetti.

 

È dunque evidente che, se la condizione termodinamica dell'olio lubrificante dell'albero rotore, ha una notevole influenza sul movimento della ruota, deve di conseguenza averne anche sulla sortita dei numeri all'interno delle aree (o caselle), contenute nella ruota stessa.

 

In altre parole, la sortita preferenziale di certe aree della ruota, piuttosto che altre, si deve alla momentanea costanza a livello di attriti, a prescindere dai rimbalzi imprevedibili della pallina ed alla velocità di rotazione della ruota mossa dal croupier.

Nel trattato citato in precedenza, ho riempito 85 pagine per cercare di spiegare e sfruttare gli effetti termodinamici della macchina, e i risultati ottenuti, in oltre tre anni di presenza quasi giornaliera nel Casinò, mi hanno dato nettamente ragione.

Nelle pagine della presente rubrica, tuttavia, mi sforzerò di far comprendere ai lettori il mio punto di vista che, data la novità dell'argomento, mi rendo conto potrebbe non essere condiviso da alcuni.

 

D'altra parte, occorre dirlo con assoluta chiarezza, saranno pochi i giocatori in grado di diventare vincenti in forma costante; saranno quelli con maggiore cultura (scientifica) ma, allo stesso tempo, con la mente sufficientemente aperta e ben predisposta a prendere in considerazione nuove teorie (solo dopo averle realmente comprese!), ed a verificarle personalmente al tappeto.

 

È con questo spirito che presento a tutti gli studiosi la mia scoperta più importane: quella che ho denominato "condizione di campo".