Principio entropico: scarto ed equilibrio

Autore: Mario Miserandino

 

Quando si affronta lo studio della macchina Roulette, da qualunque punto di vista lo si faccia, occorre farlo in funzione di cicli teorici i quali, presi singolarmente, rappresentano dei veri e propri insiemi numerici i quali, a loro volta, saranno sottoinsiemi di un insieme di gioco più grande, e così via all'infinito.

 

Essi, osservati prima in maniera individuale e poi nel loro complesso, ci daranno una visione media di un unico grande ciclo, dove anche lo stesso "influsso entropico", dovrà essere considerato in termini di media unica.

Nella pagina dello scorso mese, abbiamo visto come l' "entropia" sia la responsabile degli scarti nell'ambito dei numeri, chances e figure, nel gioco della Roulette.

Abbiamo anche osservato che, a causa della "natura ciclica " della macchina, tali scarti con il tempo vengono recuperati.

Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi come sia possibile che l'entropia decresca provocando l'equilibrio, se la Fisica ci dice che essa non può che continuare il proprio "influsso caotico" col trascorrere del tempo.

La domanda sarebbe pertinente, ma avrebbe una risposta molto chiara: l'entropia non decresce mai ma, con l'aumentare delle prove, applica la propria influenza in accordo ai cicli teorici della Roulette, ora su certi numeri, figure o chances, ora su altri.

 

In 37 colpi, per causa sua, si vedranno alcuni numeri in iper frequenza, alcuni in media teorica ed altri in sotto frequenza; nel ciclo seguente, essa sposterà la propria azione certamente su altri numeri, ma possibilmente, alcuni di quelli precedentemente influenzati, continueranno ad esserlo, mostrando cioè una presenza ancora maggiore rispetto all'anteriore ciclo, oppure potranno continuare a non sortire.

 

E' dunque lo spostamento, non il decrescere dell'entropia, a causare la tendenza all'equilibrio, dei vari sistemi individuali contenuti nella macchina (numeri e chances); ed è la media di tali spostamenti che dovrà interessare al giocatore, perché con l'aumentare indefinito delle prove, l'unico fenomeno matematicamente certo al quale egli assisterà, sarà la tendenza all'equilibrio del sistema unico (somma dei sistemi individuali) di cui è composto la Roulette.

 

Questo "influsso caotico" esercitato sugli eventi racchiusi nella macchina, nell'ambito dei singoli cicli, è molto evidente ed è "all'incirca" quantificabile, essendogli anche stata attribuita una definizione dagli studiosi : quella di "Legge del terzo".

 

A favore dei neofiti, enunciamo questa legge la quale afferma che:

"In un ciclo di trentasette uscite, 1/3 circa dei numeri non sortirà, 1/3 circa sortirà una volta e 1/3 circa sortirà due o più volte".

 

Una definizione più dettagliata ce la fornisce lo studioso E. Sadia:

"In una rotazione di 37 boules, il terzo circa delle caselle numerate del cilindro, non accoglie la caduta delle palline. Esse non cadono che in 22 o 26 caselle, in media 24, perché il terzo circa di queste 37 boules, si alloggia nelle caselle che nel corso della rotazione, hanno già ricevuto una loro visita. In generale si constata che 11 oppure 12 numeri sortiscono una volta, 7 oppure 8 numeri due volte, 2 oppure 3 numeri tre volte, ed infine 1 numero sorte 4 volte o più."

 

In ambedue le definizioni, si nota il costante apparire del termine "circa", vero limite di tale legge, che impedisce qualunque tipo di calcolo esatto inerente la sua applicazione.

 

Ciò, dal mio punto di vista, la rende totalmente inutilizzabile ai fini pratici, per un sistemista che ambisca ad ottenere vincite costanti dalla Roulette.

Se qualcuno è riuscito ad ottenere alla lunga, risultati positivi con l'applicazione della legge del terzo, così come la si conosce, a lui vanno i miei più sinceri ed ammirati complimenti.

 

Normalmente, essa viene presa in considerazione dai giocatori che impostano i loro sistemi sul così detto "calore" o scarto positivo, nella speranza che alcuni dei numeri usciti una volta, si ripeteranno nell'arco del ciclo, almeno un'altra volta ottenendo così una vincita.

 

Cosa che detta in questi termini appare semplicissima, ma che nella realtà è resa impraticabile dall'intrecciarsi dei cicli teorici, ognuno dei quali avrà i suoi numeri in sotto frequenza ed altri in iper frequenza, provocando con l'aumentare del tempo, una direzione degli scarti, nella realtà obbiettiva del gioco, realmente incontrollabile.

 

La leggenda dice che il famoso Bemo Winkel, scoprì un modo per legare i vari cicli, trovando una soluzione vincente attraverso lo scarto medio.

Ma se si analizza a fondo il grafico che il giocatore (mascherato), nella famosa foto della rivista Paris Match, indica con aria di mistero, ci si accorge in realtà, che egli indica un punto imprecisato dove le gaussiane rappresentanti i colpi da 1, da 2 e da 3 (dall'alto in basso), si avvicinano; ma questo, facendo un analisi approfondita in funzione di media, ci si rende conto essere tutta scena.

 

La realtà era che Winkel, vinceva gli scarti, con la pura forza del capitale, permettendolo i massimali dei Casinò dell'epoca.

 

Da qui sorge l'interrogativo più importante e discusso fra tutti gli studiosi di Roulette di tutti i tempi: occorre giocare i numeri, chances e figure che più sortiscono, impostando dunque il proprio gioco sulla "momentanea" tendenza della macchina, oppure occorre credere nel necessario ritorno all'equilibrio?

Dal mio punto di vista e dalla mia personale esperienza, devo dire che si tratta chiaramente di due modi completamente opposti di concepire il funzionamento della Roulette.

 

Forse giocare a favore della iper frequenza, potrà darci qualche sporadica ed illudevole sensazione di vittoria, ma presto ci accorgeremo che essa, in nessun modo, potrà essere di natura costante.

 

Il giocare a favore dei ritardi, ugualmente, ci esporrà ai capricci imprevedibili (in termini di durata), da parte degli scarti, portandoci al salto del capitale o, comunque ad esposizioni non quantificabili.

 

Per far comprendere ai lettori il mio punto di vista, dal momento che coincide perfettamente, lascio che esso sia espresso (in maniera a mio avviso magistrale), dal grande studioso del passato Lorenzo della Moglie, egli dice:

"E' matematico il calcolo delle probabilità? E' esatto quando ci insegna che un evento è tanto più probabile quanto più lo aspettiamo?"

 

Vediamo: quando il croupier lancia la pallina, questa ha le stesse probabilità di cadere in una casella di un numero rosso o di uno nero. Quando aumenta il numero di tiri, se entro un certo periodo si presenta una fase di equilibrio, la pallina continuerà ad essere libera di cadere, indifferentemente, sul nero o sul rosso, però si formerà una differenza e quanto maggiore essa sarà, tanto minore sarà la libertà della pallina di fermarsi in un colore o in un altro.

 

Quanti più neri usciranno, tanto più limitata sarà la libertà della pallina di cadere nel nero.

Solo quando si ristabilirà l'equilibrio, o per lo meno quanto più ci si avvicini ad esso, la pallina riacquisterà tutti i suoi diritti.

A prima vista, questo può sembrare un ragionamento arbitrario, però non lo è affatto.

La verità matematica di ogni singolo colpo, è costantemente combattuta dalla verità statistica del legame esistente tra essi.

Se così non fosse, potremmo stracciare molte pagine di matematica superiore e non credere più in tutte le leggi che governano l'equilibrio dell'Universo, vivendo nell'incubo di una catastrofe imminente."

La matematica, quindi, attraverso il calcolo probabilistico, ci indica chiaramente che la strada da seguire è quella del necessario ritorno all'equilibrio di tutti gli eventi contenuti nella Roulette, dovuto al necessario manifestarsi della loro equiprobabilità.

 

Ma se questo fosse il cammino che avessimo deciso di percorrere, in che maniera dovremmo affrontare il grande ostacolo che costantemente ci si presenterebbe sotto il nome di scarto ?

 

Ebbene questo sarà argomento di prossime pagine; ma, prima di tutto, per poter essere in grado di diventare giocatori vincenti, è necessario che i lettori comprendano, in maniera definitiva, il vero funzionamento della macchina Roulette ed il modo migliore per spiegarlo, a mio avviso, è illustrando il meccanismo matematico che consente al Banco di ottenere vincite costanti.

E' triste osservare come anche giocatori con molti anni di esperienza, dimostrino, con il loro modo di effettuare le puntate, di non aver affatto compreso la vera natura "infallibile" della macchina.

 

Non è a mio avviso comprensibile, che la maggior parte di essi non abbiano mai letto neanche un serio trattato di Roulette, dal momento che, in fondo, quei pezzi di plastica colorata che gettano sul tappeto, sono spesso il risultato di anni di sudore e, forse, di sacrifici effettuati da intere famiglie.

 

Come fece notare un grande studioso del passato," la Roulette è come la politica, tutti hanno opinioni in proposito, ma quasi nessuno ha un'adeguata preparazione per parlarne".

Una volta analizzato questo meccanismo, passeremo poi a comprendere cosa si deve intendere per "vincite costanti" ottenibili dal giocatore; solo allora saremo in grado di pianificare una strategia di gioco veramente valida; cominceremo questo arduo cammino dal prossimo numero.

 

Nel frattempo lascio i lettori con una frase di H. Chateau:

"Il problema da risolvere è il seguente: è assolutamente impossibile lottare vantaggiosamente contro un avversario che prende una percentuale dell' 1,35%, ma che vi lascia la scelta delle puntate e delle giocate?"

Mario Miserandino