Come ridurre la tassa di gioco nella roulette 2^ parte

Autore: Mario Miserandino

 

 

Eccoci al secondo appuntamento con il mitico trattato di Errico Papi, nel capitolo dove l'autore espone una personalissima teoria per ridurre la tassa di gioco.

 

A continuazione di quanto esposto nel numero anteriore, egli aggiunge:

"Ci si obbietterà che queste norme tattiche per essere buone ed efficaci, devono essere regolarmente seguite e che ciò è difficile perché l'uomo è un sistema di nervi e di muscoli….

 

Le abbiamo chiamate norme tattiche perché tali sono, ed esemplificando, un comandante in guerra che invece di seguire scrupolosamente gli insegnamenti della tattica, vi andasse contro o li trascurasse sistematicamente, finirebbe irrimediabilmente nella più rovinosa sconfitta. In quanto poi all'assenza dell'uomo e alle sue possibilità di seguire una condotta regolare e sistematica crediamo opportuno affermare che:

chi non si senta in grado di autocontrollarsi, di imporsi e di seguire una tattica prestabilita, e teme che i suoi centri inibitori non abbiano la forza di impedirgli di derogare da tale tattica, farà opera saggia, previdente ed intelligente astenendosi dal gustare le emozioni del giuoco, perché gli si può profetizzare con assoluta certezza che il giuoco per lui non rappresenterà che delusione, perdite, dannoso eccitamento nervoso. Chi sa di non potersi dominare, rinunci al giuoco, e chi, non sapendolo, si accorge fin dagli inizi di questa mancanza di forza dei centri inibitorii, abbandoni, mentre ne è ancora in tempo, il tappeto verde.

A un uomo che teme l'acqua, non verrà mai il desiderio violento di fare il marinaio e tanto meno andrà a farlo. Perché dunque un uomo timido, con un carattere dolce un fisico mediocre, i nervi non troppo a posto dovrebbe esercitare, sia pure saltuariamente, il mestiere delle emozioni, dovrebbe fare il giuocatore?

 

La società fortunatamente tiene in serbo mestieri e professioni adatte ad ogni tipo di carattere e di uomo. Ne approfittino dunque tutti, ma non vada a fare il pilota transoceanico chi è abituato a prendere soltanto il tram.

 

Passiamo ora all'altra manovra di neutralizzazione dello zero, alludiamo a quella tecnico-finanziaria:

Prima di entrare in argomento ricorderemo che queste manovre, sia quelle dell'"arbitrio" che quest'ultima debbono intendersi e valgono totalmente per il giuocatore della chance semplice, e non per quelli che giuochino le chances multiple. Innegabilmente, per questi ultimi, la manovra dell'"arbitrio" potrà essere indubbiamente molto utile e limitare la forza della tassa, ma -ripetiamo- la neutralizzazione dell'1/37 ci pare ancora un problema insormontabile.

 

È noto ormai il concetto più volte espresso, sia nell'esposizione della teoria dell'equilibrio dei colpi della roulette, sia nell'illustrazione del fatale avvicendarsi delle perdite alle vincite che, la roulette riprende tutti i colpi perduti e ripaga tutti i colpi incassati.

Da ciò deriva che un qualunque attacco, sistema, forma di giuoco o puntata, sono irrimediabilmente sottoposti a tale legge, che trova la sua chiara spiegazione nelle regole superiori dell'equilibrio come manifestazione suprema di vita e di moto.

Un giuocatore che punti tutti i colpi, per un dato periodo, avrà dunque la sua tassa proporzionale dell'1/74 da pagare per tutte le sue puntate.

 

Ora registrando l'andamento del suo giuoco, a colpi vinti e incassati, vale a dire positivi + (colpi che chiameremo di "Punta") e colpi perduti pagati alla banca, vale a dire negativi - ( colpi che chiameremo sempre di "Banca"), si viene a formare un lungo grafico che, sui periodi più o meno lunghi, avrà sempre un numero di + a Punta uguale a quello dei - a Banca. E questo, ripetiamo, qualunque sia l'attacco, fisso o mobile, rigido o intuitivo. Ne viene di conseguenza che ad ogni + di Punta, corrisponderà, o presto o tardi, un - a Banca. Un giuocatore che punta (p. esemplificare parliamo sempre di una puntata uguale la "massa uguale") un luigi a Rosso, seguendo un suo attacco rigido, lo fa perché conta sull'uscita di un numero rosso e spera in un colpo + a Punta.

 

Se invece del numero rosso esce lo zero il suo gettone, per il quale egli contava un colpo + a Rosso, rimane imprigionato. Al colpo successivo, uscendo un numero Nero, il gettone sarà senz'altro perduto, ed allora lo zero non sarà costato nulla, perché il colpo sarebbe stato in ogni modo perduto. Si segnerà quindi un - a Banca, come per un qualsiasi altro colpo perso.

 

Se invece del numero Nero, mentre il gettone è puntato a Rosso, e dopo l'uscita dello zero, è un numero Rosso che esce, il gettone che ha vinto (e dunque + a Punta) non viene pagato, ma viene semplicemente liberato.

Si domanda quindi:

 

- durante un giuoco regolare di puntate ad una chance dopo l'uscita dello zero, quando il gettone è imprigionato, il giuocatore ha più interesse a perdere il colpo successivo, o a vincerlo provocando così la liberazione della sua puntata?

Chi abbia seguito con attenzione quanto abbiamo fin qui esposto non esiterà a rispondere che:

dopo l'apparizione dello zero, per un giuocatore di chance semplice, è più interessante e più utile "perdere" nel colpo successivo la puntata imprigionata che vincerla."

 

Amici lettori, penso che questa affermazione del Papi vi abbia sorpreso o almeno incuriosito: cosa ne pensate?

 

 

Mario Miserandino