Charles Van Brochesteale: i suoi studi roulette

 

Non soltanto la capacità di analisi matematica, ma anche la  creatività (dote fondamentale, quest'ultima, per formulare teorie innovative), permisero a Charles Van Brochesteale di lasciarci una "eredità roulette" di grande valore scientifico.

 

Con la pubblicazione della sua famosa opera: "Soluzione dell'equazione matematica relativa a scarto ed equilibrio sulle chances semplici", si aprì, infatti, un capitolo nuovo nel mondo della Roulette, avendo egli elaborato una metodologia di gioco, mediante la quale è possibile se non evitare (come afferma l'autore!), almeno "diluire" nel tempo, la nefasta influenza del nemico n°1 dei giocatori: lo scarto.

Ma procediamo con ordine.

 

Nel trattato sopra menzionato vengono descritte, in apertura, due delle montanti più note e viene fatto tra di loro un interessantissimo paragone; esse sono: la "D'Alembert" e l' "Olandese".

Supponiamo, dice l'autore, di applicare queste due montanti sul nero nei seguenti esempi:

 

D'ALEMBERT PERMANENZA OLANDESE

- 1 .....................R ..................... - 1

- 2 .....................R ..................... - 2 

- 3 .....................R ..................... - 2

+4 .....................N ..................... +2 

+3 .....................N.......................+3

+2 .....................N ......................+3

 

vincita: +3, cioè ½ pezzo per ogni colpo giocato.

Il risultato ottenuto con le due applicazioni è identico, ma si può osservare che il giocatore della D'Alambert ha esposto in tutto 15 pezzi, mentre quello della montante olandese ne ha esposti 13, cioè due pezzi in meno, il che può sembrare irrilevante, ma su applicazioni di gioco più lunghe, questa differenza può essere molto sensibile.

 

Possiamo concludere che quasi sempre la D'Alambert è più onerosa della montante Olandese, pur avendo entrambe le stesse finalità.

Queste due montanti sembrano ideali, invece sono estremamente dannose, perché in alcune fasi del gioco ambedue determinano grossi scoperti, anche se l'equilibrio si realizza; ed è qui che i più grandi matematici del mondo, hanno perso la bussola cercando invano un rimedio.

Capovolgendo infatti la permanenza che abbiamo prima esaminato, otteniamo:

 

D'ALEMBERT    PERMANENZA  OLANDESE

+1 .....................N..................... +1

+1 .....................N..................... +1

+1 .....................N..................... +1

- 1 .....................R...................... -1 

- 2 .....................R...................... -2

- 3 .....................R...................... -2

perdita: - 3 (D'Alembert) - 2 (Olandese)

 

Quindi perdita, malgrado l'equilibrio! 

Da tre secoli, nessuno ha saputo trovare il rimedio a queste fasi di gioco che producono scoperti notevoli, quando si prolungano.

 

Si noterà, in questo esempio, che la montante Olandese ha richiesto un'esposizione di 8 pezzi, mentre la

S D'Alembert ne ha richiesti 9; inoltre, la prima perde 2 pezzi, contro i 3 della seconda.

E' proprio nella montante Olandese che si trova la soluzione dell'equazione.

Adotteremo dunque tale montante ma….."

 

Partendo dal presupposto che, alla lunga, la lotta tra il giocatore ed il Banco sarà, per le leggi del caso (ed escludendo lo zero, aggiungo io!) in pareggio, Van Bockstäele afferma che il giocatore intelligente è colui il quale, consapevole di tale inevitabile situazione, approfitterà delle fasi positive, per accantonare una "riserva" delle vincite da restituire al Banco quando, inevitabilmente, sarà necessario farlo.

Ecco dunque le tre regole per la "Soluzione dell'equazione":

 

1) Quando siete in vantaggio sul Banco a massa uguale, dovete accantonare questo denaro in una Riserva destinata a pagare i vostri colpi perdenti fino al raggiungimento del numero di colpi di vantaggio che avete realizzato.

 

2) Partendo da questo principio, se il vostro vantaggio si conserva, sarete automaticamente vincenti su questa chance e, se si verifica l'equilibrio, non farete altro che restituire il denaro precedentemente vinto e sarete dunque in pareggio.

 

3) Se, al contrario siete in svantaggio, adottate la montante Olandese, mettendo molta cura nel calcolare il vostro scoperto e senza andare alla ricerca del perfetto equilibrio.

 

Se, ad un dato momento sarete in vincita, malgrado il vostro svantaggio, questa vincita vi appartiene e, per tanto, non va messa in riserva perché non si è verificato uno scarto favorevole. Questa è la vostra vincita!!

Naturalmente, se tutto fosse così semplice come descritto dall'autore, avremmo risolto il problema della vincita costante.

 

Tuttavia osserveremo come il matematico applica queste teorie, ad una metodologia di gioco che ha veramente dell'innovativo (per l'epoca)!

 

Van Bockstäele fu infatti, come avremo modo di constatare, l'inventore delle famose "chances costruite", per mezzo delle quali egli dimostrò (tra le altre cose) che, nella Roulette, gli eventi contrapposti appartenenti ad una stessa specie (chance semplice, come nel caso specifico: Rosso/Nero, Pari/Dispari, Manque/Passe), non devono necessariamente essere considerati come equivalenti in termini di gioco al tappeto.

 

Vediamo cosa afferma lo studioso:

"Crediamo che voi tutti abbiate letto da qualche parte che le manifestazioni delle chances semplici alla Roulette sono esattamente identiche, volendo con ciò intendere che ciò che ad esempio è valido per Pari-Dispari è anche valido per Rosso-Nero o Manque-Passe.

 

Probabilmente avrete letto che gli stessi sistemi utilizzati per le chances semplici possono anche essere applicati senza difficoltà sul Trente et Quarante, ma questo non è sempre vero………Andremo ancora più lontano: il Pari-Dispari ed il Rosso-Nero, non possono praticamente essere utilizzati per applicarvi la teoria che esporremo qui di seguito………"

 

Egli fa inoltre notare, riguardo allo "sconto" di tassa fatto dal Casinò sulle chances semplici all'uscita dello zero (partager), che questo "regalo", provenendo da un' organizzazione che ha calcolato ogni particolare per annullare anche il più piccolo vantaggio al giocatore, appare un tantino sospetto.

In realtà il Casinò, così facendo, obbliga il giocatore ad "ingolfarsi" su un gruppo predeterminato di 18 numeri, sapendo perfettamente che ad un certo momento questo gruppo va ad orientarsi verso una destinazione totalmente opposta rispetto a quella sperata.

 

Il giocatore di chances semplici non deve dunque accettare la riduzione della tassa dello zero che gli viene offerta e, pur restando sul Manque- Passe, non deve diventarne schiavo, perché egli ha la possibilità di formare autonomamente le proprie chances semplici sulle quali pagherà 1/37 di tassa, anziché 1/74, avendo però il vantaggio di applicare il suo sistema seguendo l'evoluzione che ritiene più propizia.

 

L'autore passa poi alla famosa "costruzione" preannunciata, dividendo le sei sestine in dieci gruppi contrapposti di tre in tre:

A

1 1 1 1 1 1 1 1 1 1

2 2 2 2 3 3 3 4 4 5

3 4 5 6 4 5 6 5 6 6

4 3 3 3 2 2 2 2 2 2

5 5 4 4 5 4 4 3 3 3

6 6 6 5 6 6 5 6 5 4

 

Van Bockstäele fa osservare che se si controlleranno i totali delle varie uscite delle sestine alla fine di una giornata, si troveranno sempre dei gruppi in equilibrio o quasi, malgrado il contemporaneo scarto, talvolta sensibilissimo, esistente sul Manque e Passe (equivalente al 1° gruppo a sinistra).

Il sistema descritto, consiste praticamente, nella ricerca di tale equilibrio, mediante l'applicazione di una montante olandese modificata con l'introduzione di una riserva, spostando il gioco sulle dieci colonne, e puntando a favore della parte alta (A) o della bassa (B), a seconda della direzione che assume l'equilibrio all'interno delle stesse colonne, ottenendo al raggiungimento dell'equilibrio, ½ pezzo vinto per ogni colpo giocato.

Per i dettagli del metodo, rimando gli interessati, alla lettura dell'opera già menzionata lo scorso numero.

 

In realtà, questo sistema, può ritenersi a tutti gli effetti infallibile; ma, come tutti i sistemi infallibili, anche questo è all'atto pratico estremamente pericoloso, a causa delle imprevedibili puntate alle quali costringe la montante olandese (con o senza riserva).

Moltissime volte troveremo l'equilibrio in un numero limitato di colpi; arriverà però la giornata nella quale ci imbatteremo in scarti tanto prolungati, malgrado il continuo spostamento da un gruppo all'altro, da far arrivare la montante a limiti da vero infarto.

Allo stesso modo del sistema Garcia, potrei affermare in termini medici che: "l'operazione è tecnicamente riuscita ma il paziente è morto!!" 

 

Non mi sentirei dunque di consigliare agli amici lettori questo sistema, almeno così come viene proposto dall'autore; tuttavia, il suo autentico valore consiste nella "costruzione" delle chances che, se studiata a fondo, sotto la luce della "teoria degli insiemi", può sicuramente fornire ottimi spunti per nuove ed inedite applicazioni.

 

Non vorrei terminare quest'articolo sul grande Van Bockstäele, senza ricordare gli studi da lui effettuati sul "metodo Gardner", che gli ha permesso di regalarci un interessantissimo sistema basato sulle dozzine, intese anch'esse, come "chances costruite".